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ALGERIA : diario di un viaggio non effettuato

30 Aprile 2024

Una suggestione letteraria, vita ed opere di Albert Camus, ha fatto nascere in me il desiderio di visitare la Sua Algeria.

L’occasione si è presentata mesi dopo, grazie ad un viaggio d’affari della Ditta in cui opero come addetta all’ufficio relazioni con l’estero. Che fortuna ! Avremmo dedicato un paio di giorni al lavoro e poi i nostri ospiti ci avrebbero accompagnati a visitare la Capitale e il nord del Paese. Avrei finalmente conosciuto Algeri, la bianca città mediterranea aggrappata ai dolci rilievi dell’Atlante e digradante verso il mare, con una storia millenaria (città berbera – porto fenicio – provincia romana – centro cartaginese – capitale araba e ottomana – metropoli coloniale francese). Avrei girato nella Casbah, reticolo bianco calce, labirinto di vicoli, scalinate e stradine e passeggiato negli eleganti quartieri Front de la Mer della città francese con i palazzi coloniali sgranati sulla baia e stuccati di bianco. E dopo questo bagno di sole, luce accecante e mare, saremmo andati incontro al fascino della storia visitando il Nord dell’Algeria, regione interessantissima a lungo chiusa per ragioni di sicurezza, ora tranquilla. Qui avremmo conosciuto le più preziose gemme archeologiche e monumentali del Paese, vestigia del passato romano : Tiddis, Tipasa, Djemila, Timgad. Con due grandi privilegi : quello di immergerci in siti circondati solo da grandiosi panorami naturali (e non già da modernità e cemento) e quello di non dover sopportare la fastidiosa presenza di altri gruppi turistici (!). Con un po’ di fortuna ci saremmo infine spinti fino a Ghardaia, la più importante fra le cinque città della pentapoli mozambita, con un mercato pittoresco dove colori sgargianti, odori forti e aromi speziati, rumoroso e indistinto vociare fra l’acuto e il melodioso e merce fra la più impensata portano ad una vera ubriacatura dei sensi.

Ero pronta : documenti, visto, vaccinazioni e cuore in gola.

Un improvviso problema familiare mi ha costretta a rinunciare al viaggio.

La seconda occasione si è presentata con un taglio diverso. Un gruppetto di conoscenti mi ha proposto di partecipare ad “una spedizione” (così l’hanno definita) in Algeria, fino al deserto del Sahara e ai luoghi di Padre Charles de Foucault. Ci siamo trovati, pieni di entusiasmo e di letture preparatorie, ed abbiamo messo nero su bianco l’elenco dei nostri desiderata. Primo : una volta a Sud, avere un accompagnatore Tuareg (i famosi Uomini Blu). Questa etnia, padrona assoluta del deserto per secoli, dove ha allevato animali, ha commerciato e razziato ogni cosa e combattuto guerre tribali sanguinose, si dedica ora all’allevamento dei dromedari e vive sotto le tende mantenendo però l’inconfondibile fierezza ed eleganza nel vestire e nel portamento. La prima lezione da trarre da una guida Tuareg è come impostare la mente su un ritmo lento, quasi immobile : quello del deserto. Secondo : attraversamento in 4×4 della zona dell’Hoggar, altopiani roccioso a gradinate con i suoi neri vulcani. Terzo : sosta all’Altopiano dei Tassili, enorme galleria d’arte rupestre, la più grande al mondo. Quarto : classica traversata del deserto dall’oasi di Djanet a Tamanrasset fra le vallate del Tadrart Acacus, i misteriosi paesaggi di guglie di roccia disegnate dal vento e dalla sabbia, le dune rosa dell’erg d’Admer e le distese di sabbia a 360° del Ténéré dove, prepotente, si affaccia la sensazione del nulla globale. Infine, quinto, una riflessione sulla figura di Padre Charles de Foucault che per anni ha studiato la civiltà Tuareg ed ha cercato di mediare fra il colonialismo francese e il bisogno di libertà dei nomadi del deserto.

Ci siamo quindi recati in Agenzia, affidando i nostri desideri alla loro esperienza. L’Algeria, dalla storia burrascosa, è un Paese ancora poco esplorato dal turismo, richiede massima attenzione e competenza all’ Organizzatore e una buona dose di spirito di adattamento al visitatore.

Abbiamo dato inizio alla preparazione del nostro viaggio.

Poi il mondo si è fermato.

Io non mi arrendo ! Ho già messo la quota viaggio nel mio salvadanaio a forma di mappamondo e ho pregato gli Amici della IOT, non appena sarà possibile riprogrammare il nostro tour, di considerarmi la prima iscritta (e, per favore, che nessuno dica a questo punto…. “non c’è due senza tre !”…non lo sopporterei !).

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